
Road trip in Marocco
Da Fès a Marracheck, passando per il deserto
Tutto quello che c’è da sapere prima di partire, cosa vedere, dove alloggiare e mangiare
Volendo evadere dal miserabile meteo novembrino di Anversa, ed avendo a disposizione un budget limitato (leggi “non potendo permettermi due settimane alle Maldive”) mi sono accorta che il Marocco sarebbe potuta essere una valida opzione per coniugare salvadanaio e meteoropatia.
E così ho prenotato i miei voli per un’avventura on the road – esplorando lo stato da nord a sud, dalla costa al deserto.
Non sono nuova ai viaggi on the road (se te lo fossi perso, qui trovi l’articolo del roadtrip attraverso i Paesi Baschi), ed anzi ne sono una grandissima fan. Tuttavia, per poter organizzare questa tipologia di vacanza è necessario disporre di abbastanza giorni, proprio perché una bella fetta di tempo si spende in logistica.
In questo caso, ho viaggiato per 12 giorni – tempo sufficiente per visitare 8 città ed includere tra le tappe una notte nel Sahara. Se disponi di meno tempo puoi comunque considerare ogni singola fermata come un itinerario a sé stante per la tua visita in Marocco.
Disclaimer (al netto della soggettiva percezione del pericolo e del sentirsi in sicurezza, che deve venire prima di tutto per viaggiare in serenità): visto il periodo storico in cui stiamo vivendo e la continua esposizione a fatti di cronaca negativi (tra cui il terrorismo, tra gli altri) si potrebbe essere portati a non considerare il Marocco od altri paesi culturalmente lontani da noi occidentali per timore che possano essere aree pericolose. Penso che sia necessario informarsi adeguatamente su ciò che accade nel mondo e non fermarsi ai titoli di giornale. A prescindere da qualsivoglia fattore, prima di partire bisogna prendere consapevolezza che – visitando un paese culturalmente lontano dai nostri usi e costumi – sia necessario avere un occhio di riguardo in più ed essere sempre e comunque rispettosi degli usi del paese che ci ospita. Ciò detto, oggigiorno il Marocco è diventato una meta turistica molto gettonata ed ho potuto vedere coi miei occhi quanto i marocchini siano mentalmente aperti. Ti posso assicurare che in 12 giorni non mi sono mai sentita minacciata o a disagio, nemmeno camminando nei vicoli della Medina durante le ore notturne.

Quando?
Il Marocco si trova all’altezza dell’equatore, quindi per beccare un periodo di maltempo devi essere proprio sfigato in culo. Ciò detto, sicuramente in estate le temperature non sono molto clementi e – per quanto il clima sia secco – i picchi di 40/43 gradi rendono meno godibile l’esperienza. Personalmente, ho pensato che inizio Novembre (approfittando del ponte d’Ognissanti) potesse essere un buon periodo in termini di temperature. E così è stato (me lo hanno confermato pure i locals, tiè): temperature intorno ai 25 gradi durante il giorno e frescura durante la notte. Pertanto il mio consiglio è di programmare il tuo viaggio in Marocco tra fine Ottobre e fine Aprile.
Come?
Oggigiorno, la maggior parte delle compagnie aere low-cost offre tratte verso numerose città marocchine a prezzi convenienti (30/40 euro).
Io ho acquistato il volo di andata per Fès e il volo di ritorno da Marracheck, proprio nell’ottica di fare un road trip e visitare più città.
Nel caso non disponessi di molto tempo (per esempio, vai solo per un weekend lungo) ti sconsiglio di fare questa mossa, anche perchè le mete più interessanti sono distanti tra loro anche parecchie ore.Il miglior L’unico modo per spostarsi tra una città marocchina e l’altra è la macchina. Il Marocco non è di certo famoso per le sue infrastrutture, e in città minori la ferrovia non passa nemmeno (rendendo irraggiungibili molte mete se non con la macchina, appunto).
Sapendo ciò – ho prenotato la mia macchina tramite booking.com prima di partire, e l’ho comodamente ritirata all’aeroporto di Fès, dove sono atterrata. Ti consiglio caldamente di fare lo stesso: in loco non sono presenti molti autonoleggi, e con molta probabilità rimarresti a piedi.
Inoltre, è possibile ritirare la macchina in una città e riconsegnarla in una diversa.
Grazie alla lungimiranza del mio compagno di viaggio abbiamo anche acquistato l’assicurazione completa. Mai scelta fu più saggia: una volta il computer della macchina si è rotto lasciandoci per terra ad una stazione di servizio, e nemmeno 3 giorni dopo abbiamo bucato una ruota (ci tengo a sottolineare che – sebbene il mio amico guidasse come un criminale – le strade del Marocco non sono delle migliori, mettici anche che non ti danno una Lambo…). Per cui – nella sfiga – l’assicurazione ci ha risparmiato tante rogne bestemmie.
Nel caso in cui tu rimanga sempre nella stessa città durante il tuo soggiorno marocchino, il taxi è sicuramente il modo più veloce ed economico per spostarsi. Quando dico economico, dico davvero: si spendono da 1 a 5 euro (in valuta locale, il dirham marocchino) per spostamenti anche piuttosto lunghi.


Dove?
Qui sotto troverai le tappe del mio itinerario, pensato per ottimizzare al meglio le città che volevo visitare e le ore di guida tra una tappa e l’altra.
Mentre in questo paragrafo troverai un breve sommario delle città visitate e quanto tempo – secondo me – è necessario allocare a ciascuna tappa, scorrendo l’articolo troverai anche una guida dettagliata su cosa fare e dove alloggiare/mangiare.
- Atterraggio a Fès, la medina più grande del mondo.
2 Giorni e mezzo - Chefchaouen, la città blu.
1 Giorno - Rabat, la capitale.
1 Giorno - Azrou ed Ifrane, attraverso l’Atlas.
1 Giorno - Merzouga, notte nel Sahara.
1 Giorno e mezzo - Ourzazate, sul set dei più famosi film.
1 Giorno e mezzo - Partenza da Marracheck, la città imperiale.
3 Giorni
Fès – Meknès – Volubilis: cosa fare?
Il mio viaggio inizia a Fès, dove ritiro la mia 500 rossa.
E la domanda ora è: cosa faccio a Fès?
Innanzitutto, la città è divisa in due zone: Fez el-Bali, la medina vecchia e Fez el-Jdid, la parte di più recente costruzione.
Proprio perchè nuova, Fez el-Jdid è – a mio avviso – la parte meno interessante. Per intenderci, è più un polo finanziario con svariati centri commerciali e catene, ma anche locali e ristoranti che strizzano un l’occhio all’occidente (per i meno coraggiosi più schizzinosi).
Il mio consiglio è quindi quello di partire dalla visita della medina.
Medina in arabo vuol dire città vecchia, e quella di Fès è la più antica e grande di tutto il mondo. Consiste in un vero e proprio labirinto di vicoli strettissimi, popolato da artigiani e venditori ambulanti, in cui è possibile assaporare il Marocco più autentico.
Proprio perchè è un vero labirinto, il mio consiglio è di visitare la medina nelle ore diurne. Non solo: molti dei vicoli non sono nemmeno segnalati su Google Maps, per cui ti suggerirei di visitare la medina con una guida locale, se vuoi evitare di perderti. Se ne trovano molte direttamente in loco e per pochi dirham si ha una guida per 4-5 ore. Un vantaggio da non sottovalutare andando in giro con una guida del posto, è che non verrai pres* d’assalto da venditori ambulanti o – più probabilmente – da bambini che si offrono di accompagnarti da qualche parte in cambio di una piccola mancia.
L’ingresso della medina è segnato da Bab Bou Jeloud, letteralmente la porta blu, da cui si diramano le due arterie principali che toccano in parallelo le maggiori attrazioni di Fès. Una volta dentro, ti potrai perdere tra i profumi ed i colori della medina.
Noterai che la medina è suddivisa in veri e propri quartieri, in base al tipo di artigianato prodotto. C’è il quartiere del legno, in cui vedrai artigiani lavorare il pregiato legno proveniente dalle foreste di cedri – di cui è ricco lo stato. C’è la zona in cui si lavorano ferraglie e metalli, che potrai riconoscere già da lontano udendo il frastuono dei martelli che sbattono ripetutamente.
Ed infine il famosissimo quartiere delle concerie (in foto a destra).
Questo lo riconosci dalla puzza asfissiante di animale morto.
Comunque – fetore a parte – quella delle concerie è sicuramente la zona più caratteristica: salendo su apposite terrazze potrai ammirare come vengono lavorate e tinte le pelli animali con pigmenti naturali in vere e proprie vasche a cielo aperto.
In ultimo, ti consiglio di visitare la Madrasa di Al-Attarine, la seconda scuola coranica del Marocco, nonché fulgido esempio di architettura islamica. L’ingresso costa 20 dirham (2 euro), e ovviamente (come in tutte le moschee del Marocco) non è possibile accedere alla zona di culto per i non musulmani.

Una volta visitata la medina (ci metterai un giorno intero tra tutto), è molto semplice – a partire da Fès – raggiungere altre due mete meno conosciute ma non meno interessanti: Meknès e Volubilis. Volubilis in particolare, è un sito archeologico romano, in cui si possono ammirare le rovine di una cittadella conquistata dai romani in seguito alle guerre puniche.


Per quanto riguarda il cibo, ecco alcuni dei posti di cucina locale che consiglio:
1) Café restaurant Al Oud: il mio posto preferito, all’interno della medina. Il ristorante è a conduzione familiare e ha pochi tavoli. Il tajine di kefta (piccole polpette di agnello) è davvero delizioso e te lo straconsiglio!
2) La Tarbouche: anche questo, ristorante a conduzione familiare all’interno della medina. Se quello citato sopra aveva pochi tavoli, questo è ancora più piccolo, per cui se sei in gruppo te lo sconsiglio. Anche qua, cucina tipica marocchina – tajine, cous cous e carne di agnello.

Chefchaouen, la città blu
Lasciata Fès, mi dirigo verso la città blu – a bordo della mia 500 rossa.
A 3 ore di macchina da Fès – infatti – c’è Chefchaouen, un piccolo villaggio dove le case sono tutte dipinte con pigmento indaco, conferendo il caratteristico colore blu a tutta la cittadina. Non c’è un motivo ben chiaro sul perchè le case siano tutte blu, tuttavia – sebbene sia fuori mano rispetto alle rotte turistiche più battute – Chefchaouen è sempre piena di turisti.
Onestamente, non ci sono molte attrazioni a Chefchaouen e – come dicevo – si tratta di un vero e proprio villaggetto.
Il mio consiglio è di girartela tutta a piedi, perdendoti tra i vicoli blu, le botteghe di artigiani e fermandoti a fotografare i tanti gattini randagi che saltellano fuori da tutte le parti.
Per pranzo mi sono fermata da Chez Aladdin, un ristorantino che propone cucina tipica con una carinissima terrazza da cui è possibile ammirare dall’alto la città blu.
Rabat, la capitale
Dalla città blu mi dirigo verso la costa, alla volta della capitale Rabat. Visitare Rabat dopo le tappe precedenti potrebbe essere spiazzante. Ti ritroverai catapultato in un Marocco più moderno. Rabat infatti ha il sapore di una grande metropoli, anche se conserva alcune chicche imperdibili.
Prime tra tutte, la Torre di Hassan ed il mausoleo di Mohammed V.
La Torre di Hassan è il principale simbolo della città. Si tratta di un minareto di una grande moschea, ordinata dal Sultano Yacoub al-Mansour che sarebbe dovuta sorgere nell’immensa piazza in cui si colloca. Il progetto fu interrotto dopo la morte del Sultano Hassan e la moschea non venne mai costruita. Ne rimangono 360 colonne che avrebbero dovuto sorreggere il tetto della moschea.
La torre è alta 44 metri , la metà di quanto prevedeva in realtà il progetto originale. Inoltre, questa torre non ha scale: per arrivare sulla sua sommità puoi percorrere una rampa. La stessa rampa che avrebbe permesso al Muezzin di percorrere a cavallo il tragitto fino alla cima, intonando l’invito alla preghiera.
Il Mausoleo di Mohammed V sorge nello spiazzo dedicato alla costruzione della moschea di Hassan II (è proprio a pochi metri dalla Torre di Hassan). Dal 2012 Patrimonio dell’Umanità Unesco, il Mausoleo merita davvero una visita: rimarrai impressionat* dalle bellissime decorazioni scolpite in gessi e marmi, bronzi lavorati e legni dipinti.
Non molto distante da queste attrazioni c’è la medina di Rabat, non altrettanto bella come quella di Fès, ma è possibile mangiare dell’ottimo street food nel souq (il mercato).
Infine vanno menzionati i giardini andalusi ed il cimitero marocchino, un vero e proprio cimitero a cielo aperto che consiste in una collina ricoperta di lapidi, tutte rivolte alla Mecca.



Attraverso l’Atlas: la foresta di cedri di Azrou
A partire da Rabat inizia il nostro viaggio verso il deserto. Essendo un viaggio di 9 ore, ho deciso di fare una tappa intermedia ad Azrou, per poi fermarmi a dormire nella vicina cittadina montuosa di Ifrane.
Il viaggio verso il deserto mi ha fatto attraversare mezzo stato, passando per l’Atlas, ossia la catena montuosa che si estende per tutto il nord-Africa. Ed è proprio qua che ci siamo fermati a fare tappa. Le temperature in questa zona si abbassano drasticamente – d’inverno nevica pure – per cui ti consiglio di coprirti bene.
Nella brevissima tappa ad Azrou, puoi fermarti ad ammirare la più grande foresta di cedri del Marocco (che come ti dicevo sopra, è un albero diffusissimo), abitata da colonie di macachi. Le scimmiette sono abituate alla presenza umana, e si avvicineranno sicuramente se hai con te del cibo. Fai attenzione, alcune sono un pò aggressive.
Da Azrou puoi recarti ad Ifrane, una graziosa località del Marocco dove però, al posto di caotici bazar, ci sono giardini curati, chalet di montagna e uno stile alpino chic. A più di 1.700 metri, qui la gente viene in inverno per sciare: è infatti famosa per la sua stazione sciistica.

Finalmente a Merzouga
Ho soggiornato in un glamping meraviglioso e confortevole nel bel mezzo del Sahara.
Ho fatto sandboarding tra le dune e visto il tramonto a bordo di un cammello.
Ho assaporato la quiete più totale di una notte sotto il cielo stellato.
Ti parlo in maniera più approfondita dell’escursione nel deserto, dandoti tutti i dettagli per organizzare al meglio la tua in questo articolo!
Ourzazate, la Holliwood marocchina
Riprendendo il tragitto dal deserto alla nostra tappa finale – Marracheck – ti consiglio di visitare Ourzazate, una città che ha prestato i propri paesaggi suggestivi come set di alcuni dei più famosi film e serie TV di sempre. Sto parlando di pellicole del calibro de Il Gladiatore, La Mummia, Game of Thrones e Prison Break.
È possibile andare proprio sui set cinematografici recandosi agli Atlas Film Corporation Studio, i primi studios cinematografici aperti a Ouarzazate. È possibile visitare gli studios con un tour guidato durante il quale potrete ammirare palcoscenici e oggetti di scena e conoscere meglio la storia di Ouallywood per l’equivalente di 9 euro.
Non solo: se sei amante del cinema, in centro città c’è anche un vero e proprio museo dedicato alla storia del cinema che sorge uno dei set minori. Anche qua l’ingresso è a pagamento, ma se non sbaglio si tratta di non più di 2 euro.

